Convegno di
pensiero e cultura latinoamericani
“Identidad y
Resistencia” - Cremona, 15 e 16 ottobre 2016
Associazione Latinoamericana di Cremona
Conferenza di cultura e pensiero latinoamericani
*Intervento di Luis A. Raffaghelli (CV finale)
Traduzione di Sofía Morandini Raffaghelli
Traduzione di Sofía Morandini Raffaghelli
1.Innanzitutto vorrei
mettere in evidenza il livello di sviluppo sociale e la coscienza etica di una
società entro le tematiche legate al lavoro umano.
Alcuni dati recenti riguardo ai nostri due paesi
si rivelano sicuramente preoccupanti.
In ARGENTINA il Ministero del Lavoro ha
sottoscritto nel maggio del 2016 una convenzione assieme all’ Azienda
Multinazionale a cui fa capo Mc Donald’s, al fine di incorporare 5000
giovani tra i 18 e i 23 anni, senza la protezione di un contratto di
lavoro, per lavorare secondo le norme dell’azienda ad una somma decisamente
inferiore rispetto al salario minimo.
L’aspetto più grave è che il Ministero dovrebbe
essere l’autorità che controlla la legalità dei contratti collettivi del lavoro
nel paese.
In parallelo si assiste a un aumento della
disoccupazione, l’economia si adegua alle regole del FMI e si verifica una
ripresa del debito estero.
In ITALIA nel 2015 sono emigrati[1] ,
per mancanza di opportunità, più di CENTOMILA giovani qualificati, di cui 40 MILA avevano
tra i 18 e i 34 anni.
Al contempo, PARADOSSALMENTE 150 MILA MIGRANTI in
stato di disperazione, che arrivano dal nulla, lottano per entrare in Italia in
quello stesso anno, evidenziando le miserie della globalizzazione.
***
2.Il Diritto del
Lavoro e i Diritti Umani richiedono storicamente un necessario connubio
e questo si è visto chiaramente anche nell’esperienza riguardante l’Argentina,
esperienza che motiva il mio intervento.
Il Diritto Sociale e il Diritto Internazionale
dei Diritti Umani sono reciprocamente tributari.
Il Trattato di Versailles del 1919
contiene al capitolo XIII un messaggio di speranza: “(…) La Società delle
Nazioni ha per iscopo di stabilire la pace universale e che questa pace non può essere fondata che
sulla base della giustizia sociale”.[2]
Così si instaurava un intenso legame tra il
Diritto Sociale e il Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
A seguito della Seconda Guerra Mondiale, con la
firma nel 1948 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, questi ultimi
diventano le fondamenta su cui ricostruire l’Europa, in particolare sulla base
del principio del lavoro in condizioni dignitose.
Nell’articolo 1 della Costituzione italiana del
1947 si è stabilito come principio fondamentale che “L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Per quanto riguarda l’Argentina, non molto tempo
fa, la popolazione ha subito una gravissima violazione dei suoi diritti umani,
resa evidente nell’ambito del lavoro con la privazione della libertà, la
tortura e la scomparsa di milioni di attivisti politici e sociali.
Per sconfiggere l’impunità, si è percorso un
lungo cammino che ha portato in un primo momento a processare e condannare le
alte gerarchie militari, dirette responsabili del genocidio commesso nel
periodo dal 1976 al 1983.
Successivamente, vi è stata la necessità di
procedere con leggi di impunità per processare tutti gli esecutori
di quel massacro.
Prima sono stati chiamati testimoni ai diversi
processi al fine di scoprire la verità sull’accaduto e più tardi, grazie anche
al grande contributo dato dai giovani e dai settori coinvolti in quella causa,
si è arrivati al processo totale riguardante i casi di scomparsa, detenzione,
sequestro di bambini nati in prigionia e stupro di prigioniere politiche.
Questi processi sono peraltro animati
dall’esempio di lotta delle Madri e Nonne di Plaza de Mayo, modelli etici della
società argentina.
Oggi vi è un dibattito sulla complicità civile
senza cui non sarebbero state possibili l’installazione e la permanenza di
quella dittatura militare, e in particolare il settore imprenditoriale[3]
che ha favorito la persecuzione degli attivisti sindacali, come si può notare
nelle grandi imprese quali Mercedes Benz, Ford, Techint, Siderca, Loma
Negra-Fortabat, Ingenio Ledesma de Jujuy, importanti mezzi di comunicazione e
altri ancora.
Si tratta della maturità raggiunta dalla nostra
società, maturità acquisita innanzitutto a partire dalla scoperta della verità
e in un secondo momento attraverso la giustizia, in un lungo percorso che parte
dal recupero della democrazia nel 1983 fino ai giorni nostri.
3. Per raggiungere
questo traguardo era necessario superare ostacoli legali e uno di questi
riguardava l’imprescrittibilità delle azioni civili vincolate ai crimini
di lesa umanità, giacché è indiscutibile che le azioni penali abbiano quel
carattere.
Pertanto, se si applicavano le disposizioni
civili comuni, il tempo trascorso dagli avvenimenti fino all’inoltro delle
cause, veniva cancellata la responsabilità civile degli autori, compartecipi e
complici dei crimini.
Nell’anno 2014, a seguito di un lungo dibattito,
si sanziona un nuovo Codice Civile e Commerciale della Nazione, che sostiene
l’imprescrittibilità dell’azione civile per il reclamo dei danni subiti dalle
vittime dei crimini di lesa umanità nell’articolo 2561, 3° paragrafo.
Tanto per la sua origine, quanto per il suo
contenuto, ha il valore di portare a un consolidamento dello Stato sociale e
democratico di Diritto in Argentina.
Sottoscrive inoltre, come fonte esplicita di
diritto, la Costituzione Nazionale e i Trattati dei Diritti Umani,
regolamentando l’avanzamento interpretativo realizzato dalla giurisprudenza a
partire dal 2004, principalmente in materia di diritti sociali.
Si tratta allora di un riscatto che il nuovo
Codice unificatore inquadra nell’espansione dei diritti economici, sociali e
culturali, espansione evidenziata negli anni immediatamente successivi alla
sanzione del Codice, che ha così permesso di ampliare i limiti argomentativi e
al giudice di avere nuove regole ermeneutiche per decidere ragionevolmente,
pena l’arbitrarietà, dequalificante per la sua sentenza.
La norma che stabilisce l’imprescrittibilità
delle azioni civili derivanti da crimini di lesa umanità ha un’incredibile
rilevanza poiché costituisce un grande contributo per il rispetto dei diritti
umani.
Ratifica gli avanzamenti in materia di diritti
umani in Argentina e non ammette marcia indietro.
Grande importanza ha avuto anche
l’incorporazione, attraverso la riforma del 1994, dei Trattati Internazionali
alla Costituzione Nazionale, sulla seguente materia:
DUE DICHIARAZIONI
•
Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo.
•
Universale dei Diritti Umani
DUE PATTI
•
Internazionale dei Diritti
Economici, Sociali e Culturali.
•
Internazionale dei Diritti Civili
e Politici e il suo Protocollo Opzionale.
SEI CONVENZIONI
•
Americana sui Diritti Umani.
•
Per la Prevenzione e repressione
del Crimine di Genocidio.
•
Sulla eliminazione di ogni forma
di discriminazione razziale.
•
Sulla eliminazione di ogni forma
di discriminazione della donna.
•
Sui diritti dei bambini.
•
Contro la tortura e altre pene
o trattamenti crudeli.
4. Operato della Giurisprudenza.
Abbiamo assistito a un’evoluzione nelle sentenze
giudiziarie con casi esemplari, che hanno dimostrato l’inscindibile legame tra
il Diritto del Lavoro e il Diritto Internazionale dei Diritti Umani.
Per questo è stato molto importante l’operato
della Corte Interamericana dei Diritti Umani (CIDU) nei casi esemplari
in cui è stata condannata la violazione di tali diritti da parte delle
dittature del continente, come per esempio:
“Condición Jurídica y derechos de los migrantes
indocumentados” Opinión Consultiva OC-18/03 -
2003.
Anche la nostra Corte Suprema della Giustizia
della Nazione ha contribuito nel dichiarare incostituzionali le leggi
dell’obbedienza dovuta e del punto finale, e il decreto dell’indulto dei capi
militari in casi rilevanti come:
• “Arancibia Clavel, Enrique
Lautaro s/ homicidio calificado y asociación ilícita y otros” 2004
• “Simón
Julio Héctor y
Otros”. 2005
• “Larrabeiti
Yañez, Anatole c/ Estado Nacional” 2007
• Mazzeo Julio Lilo y otros. 2007
• Videla Jorge Rafael y Massera
Emilio Eduardo 2010
Il Tribunale Nazionale di Seconda Istanza (sezione lavoro) nella Sala che ha integrato, ha dato il suo
contributo in due famosi casi di sequestro di delegati del personale, al
sospendere i termini di prescrizione:
•
“Conti Juan C. c/ Ford Motor
Argentina SA” e “Amoroso Juan C. c/ Ford Motors Argentina SA“ entrambi del 1987
Recentemente nel caso “INGEGNIEROS María Gimena
c/ TECHINT” a causa della scomparsa di un attivista sindacale, è stata
rifiutata l’eccezione di prescrizione.
Per questo, riprendendo norme internazionali, si
è affermato che le imprese transnazionali e altre imprese commerciali, i
loro dirigenti, inclusi gli amministratori, membri del Consiglio di
Amministrazione o capi, altri amministratori esecutivi e le persone che vi
lavorano hanno, tra l’altro, obblighi
e responsabilità in materia di diritti umani (Preambolo delle “Norme sulle
Responsabilità delle Imprese Transnazionali e altre Imprese Commerciali in
materia di Diritti Umani”, Commissione per i Diritti Umani, del Consiglio
Economico e Sociale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite <ECOSOC>).
Tale argomentazione si fonda sul principio “pro
homine”[10]
che impegna ermeneuticamente il giudice.
Nei casi di risarcimento dei danni derivati dai crimini
di lesa umanità sono in gioco diritti fondamentali della vittima e, in
particolare degli aventi diritto, sanciti per tutelare interessi e valori che
esulano dalla sfera patrimoniale di questi ultimi.
I crimini di lesa umanità hanno portato inesorabilmente
a interpretare il diritto attraverso una visione basata sui diritti umani.
Da quel momento sono nati i grandi strumenti
giuridici dell’umanità, prima nel diritto internazionale consuetudinario, lo
“ius cogens”, plasmato successivamente nei Trattati e Convenzioni a partire dai
conflitti bellici mondiali.
Le sentenze citate hanno portato alla luce
un’evidente testimonianza della ridefinizione del ruolo del Giudice nello Stato
costituzionale del Diritto: un giudice attivo ed impegnato nei diritti
umani.
Molti sono i timori sul futuro che possono essere
dissolti solamente grazie alla consolidazione della dimensione sostanziale del
sistema democratico, come afferma l’egregio Professore fiorentino Luigi
Ferrajoli: “la tutela e l’effettività dei principi e dei diritti
fondamentali”.
Per questo è necessario inoltre rivalutare il
significato del contratto sociale internazionale, avanzando dallo status dei
diritti del cittadino al rispetto incondizionato di quelli della persona: la
legge del più debole.
Mille grazie per la Vs attenzione.
Luis Raffaghelli
Buenos
Aires, 11 ottobre 2016.
CV abbreviato di Luis RAFFAGHELLI
Laureato
in Giurisprudenza all’Università Nazionale di La Plata, Provincia di Buenos
Aires negli anni settanta.
Attualmente
riveste il ruolo di Giudice ordinario del Tribunale Nazionale di Seconda
Istanza (sezione lavoro) con sede nella Città Autonoma di Buenos Aires,
Repubblica Argentina.
Ha
esercitato la professione di avvocato del lavoro in tutto il paese fino
all’anno 2000.
è stato membro dell’Associazione degli ex detenuti-scomparsi per ragioni
politiche.
è stato nominato Giudice del Lavoro tramite concorso pubblico nella
Provincia di Buenos Aires nel dicembre del 2000.
Nel
febbraio del 2011 ha iniziato a ricoprire la sua attuale carica, assegnatagli
per pubblico concorso.
Ha
conseguito un Master in Scienze Sociali del Lavoro - UBA con tesi sulla
precarietà del lavoro nei processi del lavoro.
Specializzazione
in Costituzionalismo dello Stato Sociale e democratico di Diritto-Toledo,
Spagna, 2006.
Professore
ordinario della Scuola di Giustizia della Nazione e docente in Diritto
Collettivo del Lavoro nel corso di laurea “Relazioni del Lavoro” all’Università
di Buenos Aires.
Relatore
abituale in giornate nazionali e della regione.
Pubblicista
di lavori, articoli e libri specializzati in materia.
Cofondatore
dell’Associazione Latinoamericana di Giudici del Lavoro, Basilia 2005.
Luisraffaghelli.blogspot.com “Diritti Umani del Lavoro e della Giustizia” mailto:luisraffaghelli@gmail.com